«Sono
stato tra di voi alcuni anni fa. Torno sicuro di trovare tra voi quella
testimonianza allo Spirito di cui tutta la Chiesa ha bisogno». Così, dal
palco di Rimini, Enzo Bianchi al Rinnovamento. Il fondatore della
comunità monastica di Bose guida la Lectio divina sul tema: «Lo Spirito
del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio, a proclamare ai
prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà
gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4, 18-19).
Gesù ha fatto ritorno nella sua città natale. È sabato, entra nella
sinagoga e viene chiamato all’ambone al momento della lettura delle
Scritture. Legge – ci riporta l’evangelista – i primi versetti del
capitolo 61 di Isaia, un capitolo centrale della terza parte della
profezia di Isaia, dove si parla della Gerusalemme finale, sposa
purificata dalle sofferenze dell’esilio. Un profeta nuovo deve aprire
questi tempi escatologici. Un profeta anonimo la cui missione è
costituita da una parola, annunciare la buona notizia, e da un’azione:
liberare. Quel giorno nella sinagoga -
commenta Enzo Bianchi - è questo stesso profeta a testimoniare la sua
vocazione raccontandola. Gesù è un profeta, ma anche il servo di Dio,
chiamato all’annuncio di una misericordia radicale e incondizionata
verso gli uomini. Quando ha letto il brano di Isaia, ha sentito e ha
proclamato
che
quella era la sua missione. Non bastava che lo Spirito fosse su di lui,
era necessaria anche la parola di Dio, che sempre accompagna lo Spirito.
Ora può finalmente iniziare la predicazione del Maestro. Spirito e
Parola. Tra loro – ricorda con forza il fondatore della comunità di Bose
durante la Meditatio – c’è un legame inscindibile: «agiscono insieme, in
una totale osmosi, mai l’uno senza l’altra”. Ed Enzo Bianchi conclude:
«Non c’è realizzazione della parola di Dio nelle nostre povere vite se
lo Spirito Santo non è all’opera in noi. Occorre che noi, il
Rinnovamento, la Chiesa, sentiamo la vocazione a essere un’invocazione
vivente dello Spirito. Perché esso scenda con abbondanza sulla Chiesa,
sull’umanità, e faccia di questa terra la dimora del Regno».
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