Prima
di chiudere l’ultima giornata di preparazione alla Conferenza, i circa
160 volontari del servizio si sono riuniti intorno alla Mensa
eucaristica, celebrata da don Guido Pietrogrande, consigliere
nazionale del RnS. Ad attendere e accogliere tutti, nella cappella della
Fiera preparata dai fratelli della Comunità delle Beatitudini, Gesù che
dall’alto del Crocifisso, si fa espressione del massimo servizio, quello
reso da lui stesso per primo con amore e in obbedienza al Padre.
Mario Landi ha
portato a tutti il saluto e il grazie del Comitato nazionale di
servizio: «Servizio non è solo organizzazione, voi portate l’accoglienza
ai fratelli, in modo che vivano l’esperienza di Gesù… Vi chiediamo di
essere testimonianza sapendo di poter contare sul vostro cuore e sulla
vostra preghiera».
La Messa è stata preceduta
dall’aspersione dell’assemblea con l’acqua benedetta, per rinnovare sui
presenti la grazia battesimale.
Nell’omelia, don Guido ha
ricordato che coloro che ascoltano la parola di Dio sono suoi “intimi”,
vale a dire suoi familiari.. Riferendosi poi ad alcuni capitoli del
Vangelo di Matteo (capp. 5, 6, 7) ha sottolineato alcune indicazioni che
il Signore ci dà per essere suoi familiari, per poter «costruire la casa
sulla roccia» (cf Mt 7, 24-27):
-
vivere le Beatitudini,
che ci danno un modello di vita evangelica;
-
essere «saporiti per
dare sapore al mondo»;
-
vivere liberi da
compromessi;
-
saper fare rinunce;
-
amare i propri nemici;
-
resistere alla novità
propagandata dal «mondo che ci vuole all’altezza dei tempi»;
-
servire nell’umiltà;
-
essere persone di
fede, affidandosi alla provvidenza.
Il
Consigliere spirituale nazionale ha poi suggerito all’assemblea un
duplice giornaliero esame di coscienza: «È bello se alla sera ci
chiediamo quale è stato oggi il nostro tesoro», per sapere dove è stato
il nostro cuore (cf Mt 6, 21): «se lo poniamo nella volontà del Padre
saremo al sicuro».
Al mattino invece – ha
detto ancora - possiamo fare un esame di coscienza preventivo che Matteo
ci indica al capitolo 7: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a
voi, anche voi fatelo agli altri» (v. 12).
Questo è il cammino per
diventare «nella concretezza persone interiori», ha esortato don Guido,
sottolineando che i veri discepoli non sono coloro che dicono: «Signore,
Signore», ma coloro che fanno la volontà del Padre; che fanno della
Parola, della preghiera, dell’ascolto della Chiesa, del Magistero e del
Papa, della fedeltà, la roccia su cui costruire la propria casa, nella
consapevolezza che in tutto questo si può incontrare anche la sabbia
dell’entusiasmo fugace, che non viene da Dio. |