Un
dopo cena all’insegna della cultura della Pentecoste, con un tema di
grande attualità. “La Chiesa è nuovamente la Chiesa dei martiri?”, a cui
hanno preso parte Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di
S. Egidio e Giuliano Ferrara, giornalista e direttore del quotidiano Il
Foglio, Salvatore Martinez, presidente del RnS.
Ha introdotto l’incontro
Alessandra Nucci, direttore della rivista Una voce grida e articolista
della Rivista Rinnovamento nello Spirito Santo per la rubrica “Roveto
ardente che si occupa della Chiesa perseguitata nel mondo. La
giornalista, nel presentare una panoramica mondiale sulla persecuzione
religiosa, ha sottolineato che anche oggi, come da sempre, la Chiesa ha
i suoi martiri: in Oriente i cristiani stanno
scappando
e la loro presenza si assottiglia sempre di più. Se pensiamo, ad
esempio, che in Terra Santa c’è un esodo continuo dei cristiani da
Gerusalemme; in Cina la persecuzione significa uccidere o imprigionare i
religiosi, e persino le suore di Madre Teresa di Calcutta non sono
immuni da intolleranza religiosa, nonostante la stima di cui godono
anche nel mondo induista.
Ma accanto a questi
martiri, ve ne sono altri nel nostro Occidente, a causa di una cultura
materialista, che reagisce soprattutto quando la Chiesa prende posizione
sulle questioni morali ed etiche, come l’aborto, la difesa della vita e
l’omosessualità.
Il
prof. Riccardi nel prendere la parola ha fatto subito un richiamo a
Giovanni Paolo II, che ha dato un senso vero alla parola “martirio”. Il
martire è uno di noi, è colui che testimonia la propria fedeltà alla
fede che professa. E per capire i martiri occorre guardare i
persecutori. Martire è colui che non toglie la vita agli altri ma la dà
per dar gloria a Dio. Il martire non cerca la morte ma si conforma alla
vita di Gesù, mostrando una forza più forte di ogni potere temporale. La
Chiesa è tornata ad essere la Chiesa dei martiri, perché ci sono oggi
testimoni fedeli e veraci della Parola.
Giuliano Ferrara, per la
prima volta ad un raduno del RnS, ha esordito con una frase ad effetto:
«Entrando in questa sala ho capito cosa è la Chiesa». Pur non essendo un
credente, ha rimarcato con la fermezza che lo contraddistingue: «Ritengo
che la fede degli altri debba essere non solo rispettata, ma amata. C'e'
un martirio che si consuma nel sangue, ma c'e' un martirio che la Chiesa
subisce quando cerca di dare significato alla propria vita e alla vita
degli altri. Riscontriamo nella vita di ogni giorno che c'è una
resistenza verso chi non vuole far testimoniare ai cristiani la propria
fede. Ma sono convinto – ha concluso Ferrara - che il mondo nonostante
le violazioni e le proibizioni non potrà bloccare il risveglio della
fede».
Il prof Riccardi,
nell’apprezzare le parole di Ferrara, forte della sua esperienza, ha
sottolineato che la presenza dei cristiani è un presidio di umanità e se
scompariranno i cristiani in quelle terre dove oggi c’è tensione e
conflitto la situazione sarà sempre peggiore. E poi ha
concluso
dicendo: «Io vi ammiro perché siete movimento di popolo e fra i vostri
compiti c’è quello di conservare la fede dei martiri».
L’incontro è stato
concluso da Salvatore Martinez che ha rassicurato tutti ribadendo che la
parola di Dio non può essere incatenata, anche perché lo Spirito dà la
forza di vivere e di morire. Bisogna svegliarci dal sonno, passare
dall'implicito all'esplicito, tenendo conto che comunque siamo
predestinati al martirio. «Un cristiano a metà – ha concluso Martinez –
è un vigliacco, mentre il martire è un cristiano al cento per cento».