Ha
conosciuto il Signore nel Rinnovamento, e nel Rinnovamento del suo paese
ha ricevuto la chiamata alla vita sacerdotale. Padre Silvio Josè Baez è
nato a Masaya, Nicaragua, ed è stato ordinato sacerdote nel 1985. Da
parecchi anni in Italia, è docente di Sacra Scrittura. Nella seconda
giornata della Conferenza Animatori, è lui a tenere la Lectio divina. Il
testo è tratto dalla seconda Lettera a Timoteo, capitolo 3, versetti
10-17. Il dialogo è tra Paolo e Timoteo, suo figlio spirituale.
L’Apostolo attesta la fedeltà del discepolo, e lo incoraggia a portare a
compimento l’opera di evangelizzazione intrapresa. Il testo è diviso in
tre parti: tra l’attestazione iniziale e l’esortazione, il riferimento
agli uomini malvagi. Infatti la Scrittura, spiega padre Baez, spesso
ragiona per contrasti. Il biblista sviscera i significati del testo,
rivelandone la struttura e le principali dinamiche. “È un testo - dice –
pensato in tutti i suoi particolari, un capolavoro anche a livello
letterario”. Come tutta la Bibbia, la cui grandezza sta nel fatto che
comunica un modo di vivere, uno stile di esistere. Dalle sue pagine, la
sapienza per la vita personale e comunitaria.
Dopo
la lettura attenta, la meditazione articolata in tre punti: il mistero
della Scrittura, la lettura della Scrittura, l’utilità della Scrittura.
Padre Baez invita a riflettere sulla Parola come realtà simultaneamente
umana e divina; a ricordare che contemplarla significa contemplare Dio
che si è donato all’uomo; a riconoscere che essa è assolutamente
necessaria per vivere da cristiani. “La lettura della Scrittura – spiega
– raggiunge il vertice quando il lettore diventa testimone, incarna la
Parola”. Attraverso la quale lo Spirito ci porta per mano nel cammino
per raggiungere il dono della salvezza.
Alla fine della Lectio
divina orante, padre Baez, citando Santa Teresa di Gesù bambino, così si
rivolge a Dio: “Aiutaci a respirare il profumo delle tue orme nelle
pagine del Vangelo”.