Convocazione Diocesana a Salerno
Domenica, 27 novembre 2005 - cronaca della giornata
Maranatha: vieni Signore! Maranatha: viene il Signore!
Una duplice invocazione, ammantata di speranza, la stessa di cui ogni giorno siamo chiamati a dare testimonianza. La stessa che fa del Rinnovamento nello Spirito Santo una associazione ecclesiale, fermento di un’umanità sempre meno riconoscente al datore della vita e di ogni dono, materiale e spirituale.
Maranatha! Un grido da trasformare in una affermazione di fede.
Un giorno intero, domenica 27 novembre, in cui i gruppi del RnS della diocesi di Salerno – Campagna – Acerno si sono incontrati, abbracciati nella preghiera corale, riconosciuti fratelli “nello spezzar del pane”, nella celebrazione eucaristica presieduta dall’assistente spirituale diocesano, don Angelo Barra, ponendosi sotto la guida riflessiva di Mario Landi, componente “anziano” del Comitato nazionale, una domanda basilare: quando un fratello incontra i nostri gruppi trova la speranza di Gesù Cristo?
L’incontro, svoltosi a Salerno presso la parrocchia dedicata a Maria SS. del Rosario di Pompei, ha registrato la presenza numerosa dei componenti del Rinnovamento giunti dall’intera diocesi, una delle più grandi d’Italia per le sue ben 164 parrocchie raggruppate in 5 foranie. La giornata, animata dal gruppo di pastorale della musica e del canto, ha registrato anche una particolare attenzione spirituale rivolta ai bambini, riuniti in un’apposita sala e sollecitati in modo adeguato alla loro età.
Subito dopo il saluto di Tina Stingo, coordinatrice regionale, e del responsabile diocesano, non pochi consensi ha suscitato la catechesi di Mario Landi sul tema: “L’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo”.
Lo Spirito Santo armonizza desideri e bisogni della persona con legge e doveri che, se apparentemente la schiavizzano, in realtà la liberano. Questo, in sintesi, il concetto conclusivo della catechesi. “Su dieci lebbrosi guariti nove tornano alla vita di prima e solo uno invece, avendo incontrato chi lo ha salvato, torna a ringraziare il Dio delle consolazioni – l’incipit del commento al capitolo 17 del Vangelo secondo Luca – egli non ha più bisogno di essere reintegrato nella società del tempo, che lo aveva rinnegato, in quanto ha trovato qualcosa di superiore”.
Disegnando un parallelo con l’odierna società, l’esponente del comitato nazionale, ha portato a riflettere che spesso la cultura dei nostri giorni induce a fare tutto ciò che è normale per un cristiano pensando però di essere noi al centro. Il paragone con una martellante pubblicità è stato quasi naturaliter (tutto intorno a me). False spiritualità che si ammantano di bellezza – ha proseguito – e noi crediamo di servire Dio ma in effetti serviamo noi. L’uomo è scosso dalla concupiscenza e questi desideri, avvalorati dall’odierna società, diventano bisogni e di conseguenza diritti.
Ovviamente tutto parte da un inganno. Un inganno di felicità. Un inganno che talvolta ha le sue radici nel desiderio di essere amato, legittimo, ma che distorce le relazioni e di conseguenza si rivela catastrofico per il singolo individuo e per l’intera comunità di cui siamo parte viva.
Al di là della bellezza dei concetti espressi e del grado di ricezione dei presenti tutti hanno fatto proprio il grido tanto caro al venerabile Giovanni Paolo II: non temere! Oltre il grido di angoscia di un’umanità sempre più sola e piagata dalla paura e dall’individualismo si erge l’opera dello Spirito Santo capace di produrre pace, gioia, consolazione per la Gloria del Signore, per renderci conformi a Dio e non a noi stessi.
Per questo il RnS è una grazia profetica per la vita della Chiesa. Una comunità che prega per l’effusione dello Spirito in una società in cui Gesù viene vilipeso, oltraggiato, in questo millennio in cui siamo chiamati a gridare Maranatha, viene il Signore e al di fuori di Lui non c’è salvezza.
Patrizia de Mas
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