In
un clima di fede e di festa, quasi seimila persone, sono convenute da
ogni parte della Campania per dare inizio alla 33a Convocazione
Regionale dei gruppi e comunità del Rinnovamento nello Spirito, presso
il Palasele di Eboli (Sa). Il tema della conferenza è stato tratto da
una pericope del libro della Apocalisse: “Tieni saldo quello che hai,
perché nessuno ti tolga la corona” (Ap. 3.11b).
Il
coordinatore regionale, Amabile Guzzo, ha salutato i
presenti
delineando
tutto il percorso del servizio pastorale svolto in Campania, ricordando
che si è prestata molta attenzione a far crescere vincoli di comunione
e di fraternità. Abbiamo così inteso affrontare con fiducia i grandi
cambiamenti del nostro tempo e della Chiesa, senza cedere a tentazioni
di nostalgie e di rassegnazione. È importante ora conservare la
consapevolezza del cammino percorso e proseguire con maggiore
coinvolgimento della propria vita al servizio della crescita del Regno
di Dio in mezzo a noi.
Ringrazio, prosegue Guzzo, a nome del
comitato regionale di servizio, Dio voi fratelli e sorelle, che avete
detto il vostro “sì”, come Maria, con sempre maggiore disponibilità ai
diversi impegni a cui siamo stati chiamati.
La
giornata si è aperta con la preghiera comunitaria carismatica animata
dal comitato regionale uscente, che ha disposto i cuori all’ascolto
della relazione sul tema del Convegno tenuta dal Presidente Nazionale
RnS Salvatore Martinez.
Carissimi
fratelli e sorelle,
rivolgendomi a voi sento di dover innanzitutto esprimere profonda
gratitudine al Signore e a voi per il grande dono che siete per la
Chiesa e per il rinnovamento. Oggi Gesù vincerà ancora, siamo già che
vincitori. Dobbiamo dare voce a Cristo Gesù in tutta la portata
della Sua Parola.
Dopo aver
ringraziato il Signore per la fedeltà del popolo del Rns in Campania
alla Chiesa e al movimento, Martinez, ha mostrato ai presenti due
corone, una di spine e una regale. È semplice capire, commenta nella sua
introduzione, quella di spine e quella regale. Non lasciamoci togliere
la corona di spine donataci dal
Signore che, significa il suo nome che significa la sua gloria che
significa il suo cielo. Il carattere simbolico della “corona” è chiaro
nel suo significato ed indica la partecipazione alla vita divina che il
cristiano possiede già, ma che deve essere mantenuta e resa stabile
attraverso la perseveranza della fedeltà. Ognuno di noi è una corona
regale, un diadema ma se accettiamo la corona di spine. Alla Chiesa di
Filadèlfia, che il suo nome vuol dire “città dell’amore fraterno” Cristo
si presenta come il rivelatore e testimone della santità e della volontà
di Dio, e insieme il compimento della promessa di salvezza e di
vicinanza con il suo popolo donata a Davide e che si realizzerà nella
Gerusalemme celeste, la dimora definitiva di Dio con gli uomini.
Filadelfia prosegue, Salvatore, era una comunità piccola ma fedele al
Vangelo. Gesù promette a questa piccola Chiesa che avrà una grande
fecondità missionaria. La comunità crescerà e proprio dalla parte della
schiera dei suoi oppositori più accaniti, cioè in Giudei! Il relatore
esorta poi, a essere vigili: “Il Signore mette, in guardia la comunità:
la loro fedeltà dovrà d’ora innanzi mostrarsi soprattutto come
costanza”. Il nostro tempo, infatti, è tempo della prova, e solo con
l’impegno costante a servizio del Vangelo è possibile viverlo senza
farsi travolgere.
Cari e amati
fratelli della Campania, la potenza dello Spirito si mostra nella
debolezza e nella fragilità umana. Sono consapevole di questa dinamica
fondamentale della vita cristiana, o penso ad ogni povertà e debolezza
secondo il Vangelo e lontana dalla mentalità umana come un fallimento e
una sconfitta?
Il tempo nel
quale viviamo è tempo che il Signore indica come tempo della prova.
Questo significa che non dobbiamo né meravigliarci né aver paura se
incontriamo difficoltà o addirittura persecuzioni nella nostra vita
cristiana: siamo nelle mani di Cristo che ha vissuto per primo questa
nostra situazione. La nostra reazione davanti a queste realtà è quella
proposta dal Vangelo o è diversa e magari opposta?
Una
espressione, in particolare, vorrei sottolineare, prosegue il presidente
nazionale: “Ho aperto una porta che nessuno può chiudere”. Il Cristo è
la porta nel vangelo di Giovanni. Ma Paolo usa la stessa espressione ad
indicare la predicazione apostolica che si fa strada nei cuori. Così
scrive, in riferimento ad Efeso, in Cor16,9: Paolo esprime la profonda
convinzione che è la grazia di Dio ad aprire la porta della
predicazione, attraverso la parola pronunciata dalla Chiesa. Come Paolo
ha cambiato la vita delle persone del suo tempo, così – ci deve
sostenere questa convinzione – la stessa conversione, la stessa
salvezza, viene donata oggi. Veramente un credente cambia la vita degli
uomini del suo tempo, come Paolo ha inciso profondamente nella vita
degli uomini del suo tempo.
L’intervento
di Martinez, si conclude ricordando le difficoltà che non risparmiano la
Chiesa, ma se si vuole vivere pienamente la vocazione battesimale ed il
nostro sacerdozio, sacerdozio comune dei fedeli/ sacerdozio
regale (Christifideles laici – vocazione e missione dei laici nella
chiesa e nel mondo e Lumen Gentium , 34 partecipazione dei laici al
sacerdozio comune) bisogna rimanere fedeli anche nei momenti
critici.
Vivere il
Battesimo, tuttavia, "comporta restare saldamente uniti alla Chiesa,
pure quando vediamo nel suo volto qualche ombra e qualche macchia",
perché è lei che "ci ha rigenerati alla vita divina e ci accompagna in
tutto il nostro cammino".
L'essere
testimoni, per noi oggi, non è una opzione, ma un obbedire al comando di
Gesù, allo Spirito Santo e alla Chiesa. Un comando che ci invita ad
essere come raggi di luce capaci di indicare la presenza di Gesù e del
suo Spirito nel mondo, pur nella consapevolezza dei nostri limiti e
delle nostre fragilità umane, della nostra incredulità e povertà
spirituale.
Ci è chiesto
di esercitare con coraggio e audacia il dono della fede chiedendo allo
Spirito quella certezza che ci apre alla fiducia in Dio e ci rende
disponibili ad accogliere e a operare secondo le sue promesse."Coraggio
è necessario che tu mi renda testimonianza"
afferma
S. Paolo negli Atti degli apostoli."Non è più il tempo di rimanere
chiusi nel cenacolo; questo è il tempo in cui siamo invitati ad uscire,
perché lo Spirito Santo è sceso su di noi, come è sceso più di duemila
anni fa sugli Apostoli. Siamo coloro che per Sua grazia traspiriamo
gioia, pace, speranza e novità di vita, e ci trafigge il cuore se non
possiamo trasmetterlo e testimoniarlo".
La mattinata
si è conclusa, con l’intervento di Mario Landi, coordinatore
nazionale RnS, e di Dino De Dominicis, membro di comitato
nazionale, che hanno illustrato la Vita e progetti del Rinnovamento
nello Spirito. Il coordinatore nazionale ha evidenziato come il
Seminario di vita nuova nello Spirito e l’esperienza del Roveto ardente
si sono manifestati
quali opportunità felici di diffusione della grazia del Rinnovamento e,
come il Progetto Cultura di Pentecoste è ormai strumento privilegiato
per diffondere la spiritualità carismatica. Il suo intervento si è
concluso ricordando che l’esperienza è autentica se il Rinnovamento
entra nella propria vita non se noi entriamo nella vita del
Rinnovamento. I servi dello Spirito possono essere tali solo se
riconoscono, adorano, in Spirito e verità, l’unico Dio. Quindi, coraggio
popolo del RnS, siate annunciatori delle novità dello spirito nella
piena responsabilità alla Chiesa e al movimento.
La sessione
pomeridiana ha visto dopo la preghiera di lode, le testimonianza dei
bambini che hanno partecipato al Meeting a loro dedicato, dove ancora
una volta con il modo di essere, hanno ricordato “ai più grandi”
come erano e come debbono tornare ad essere per entrare nel Regno dei
Cieli. L’intervento di Don Pasquale Incoronato, docente presso la
Pontificia Università Teologica dell’Italia Meridionale e direttore
dell'Ufficio di Pastorale giovanile della Diocesi di Napoli dal 2003 ha
ricordato ai giovani i valori non negoziabili in una società che
sovverte ogni moralità.
E’ stata poi
la volta di Salvatore Martinez che ha coinvolto i cuori dei presenti
all’esperienza spirituale da lui guidata durante la sessione
pomeridiana.
Preziose e
commoventi le testimonianze che nel corso della giornata hanno permesso
ai presenti di condividere l’opera di Dio. Parole di incoraggiamento
sono giunte anche dal nuovo arcivescovo metropolita di Salerno S.E.
Mons. Luigi Moretti, che ha presieduto la celebrazione eucaristica.
Il Signore ci chiede di essere Profezia di Gratuità come
dimensione vera della vita- ha detto l’Arcivescovo – che il Signore ci
conceda di riconoscere il dono di Dio che si fa impegno e servizio; che
la nostra vita sia un tornare a Gesù per dire grazie; che la nostra
testimonianza sia come luce che risplende, come sale che dà sapore
perchè siamo chiamati a realizzare il Suo disegno che è il regno di
Dio”.
Rosario Mangione
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