“E’
necessario giungere al disarmo del cuore senza il quale rimarremo
piccoli nel mondo e per Dio”. Un messaggio forte lanciato da
Salvatore Martinez, Coordinatore nazionale del RnS, al raduno
regionale svoltosi domenica 22 ottobre al Palasele di Eboli, che ha
visto confluire oltre 6000 persone dall’intera regione Campania.
“Senza il disarmo del cuore – ha ribadito nel suo partecipato
intervento Martinez che ha invitato alla “Cristoterapia della gioia”
- rimarremo ancorati alle nostre pigrizie spirituali. Siamo i
discepoli del terzo Millennio e come tali dobbiamo amare il Cristo
intero, indiviso”.
Tutti all’unisono hanno poi ripetuto il suo invito a non dire mai
più di essere povero perché Gesù è la nostra ricchezza; a non dire
più di avere paura perché lo Spirito è la nostra forza; a non dire
più di essere debole perché il Signore è la nostra salvezza; a non
parlare più di supremazia di satana perché Cristo è più grande di
ogni potenza delle tenebre; a non dire più di essere sconfitto
perché il trionfo è di Cristo, ignorante perché Cristo è Sapienza,
malato perché per le sue piaghe siamo stati guariti, preoccupati
perché Dio avrà cura di noi, schiavi perché Lui ci rende liberi,
condannati perché non c’è più condanna in Cristo Gesù.
Il forte momento di preghiera corale si è concluso con la richiesta,
al datore della vita, di vincere la individuale
incredulità per far
sì che i nostri occhi giungano finalmente a vedere la bontà del
Signore per noi.
Durante la giornata - contraddistinta da un susseguirsi di
testimonianze e lode cantata con la voce e col cuore - momento clou
è stata la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Marcello
De Maio, vicario generale dell’ Arcidiocesi di Salerno –
Campagna – Acerno. Questi ha puntato l’attenzione sulla triade –
sofferenza, croce, servizio – e ha formulato a tutti l’augurio di
giungere a un equilibrio spirituale evitando gli eccessi
dell’attivismo o del difetto opposto, per permettere al Signore di
fare della nostra vita e del nostro cuore ciò che è nel suo
progetto.
Altro
passaggio chiave dell’omelia tenuta da mons. De Maio, l’importanza
del superamento di una mentalità del tipo “Con che cosa servo io la presenza di Dio nel mondo?” al permettere a Gesù di servirmi per giungere a
comprendere che il servizio agli altri comprende due tasselli
fondamentali: il dominio di sé e l’accettazione della croce.
Addentrandosi poi nell’ottica del servizio all’interno della propria
famiglia e nei paralleli percorsi esterni mons. De Maio ha invitato
– seguendo l’esempio di santi come Laura Vicuna che, nata in Cile
nel 1891, che offrì a soli 10 anni la sua vita a Dio per la
conversione della madre – a offrire con la parola, l’esempio, il
martirio del quotidiano la vita per le nostre famiglie e renderle
sempre più luce e segno della presenza di Dio nel mondo.
Patrizia de Mascellis
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