E’
stato davvero un giorno speciale domenica 24 0ttobre u.s., in cui la
grande famiglia del Rinnovamento d’Abruzzo, più di duemila tra fratelli
e amici, si è ritrovata al Palacongressi di Montesilvano, per celebrare
il XXXII Convegno Regionale, per vivere la gioia della fraternità e lo
stupore di essere sempre convocata, chiamata, trovata da Dio, che ha
voluto far sperimentare “al suo popolo” la grazia misteriosa della Sua
Vicinanza!
“Il mio popolo conoscerà
il mio nome, comprenderà in quel giorno che Io dicevo: Eccomi qua” Is,
52,6
E’ stato questo il tema
del Convegno: l’annuncio di quell’Evento che fonda le nostre esistenze,
umane, prima ancora che cristiane: di un Dio che si cala verso di noi e
che ci consegna il Suo Nome, la Sua Presenza, il Suo Volto, come offerta
di amore, di misericordia, di salvezza.
Il Roveto Ardente è stato
il simbolo che ha caratterizzato questa giornata, come segno
dell’Avvenimento, dell’Incontro, della Storia che cambia la vita, come
fu per Mosè! Quando il Signore entra nelle nostre esistenze è una forza
dirompente come il fuoco, che non brucia, ma illumina e riscalda; non
consuma ma rifulge e ferisce d’amore e santità!
E
questa è stata l’esperienza dei convenuti, che già dalla intronizzazione
della Parola e dalla preghiera comunitaria del mattino si erano posti in
atteggiamenti di ricerca, di silenzio, di povertà interiore, come
“cercatori di Dio”.
“Eccomi qua...sono con
voi”, è la Parola che subito ha portato fuori dalla babelica trama di
parole che ci assedia e che, come ha esordito Salvatore Martinez
nella relazione della sessione mattutina,“è la Parola che accompagna la
storia della salvezza”. Nel mistero di questa Parola il relatore ci ha
magistralmente introdotto, sottolineando nell’incipit che “conoscere è
il verbo dell’intimità...il Signore si presenta in modo corporeo,
consanguineo, con immagini umane...,per darci la conoscenza del Suo
Nome....una conoscenza non temporale, ma continua nello Spirito,.. una
continua rivelazione del Suo Amore e della Sua Potenza (Gv. 17<<ho fatto
conoscere il tuo Nome e lo farò conoscere ancora>>), come alla
samaritana o a Pietro.” Sollecitando una risposta personale, tra gli
snodi del profondo e lucido intervento, poneva molte domande di
verifica: “questa conoscenza è la gioia della nostra vita?...ha
sconvolto il cuore, tanto da farlo diventare il centro?.. il nome
nuovo,.. il carisma, ciò che ci rende cristiani è stampato nella nostra
vita?...
sono
visibili tutte quelle unzioni che ci rendono santi? Perché essere
cristiani non è un titolo onorifico, ma esprime una verità operativa..
il nome è efficace,.. è segno..., opera; il nome <<cristiano>> è
potenza, esplosione di fede... di amore: non si può bestemmiare il Nome
di Dio.., esporlo all’infamia, rinnegarlo con i nostri comportamenti, i
nostri peccati!....E’ guardando il Crocifisso che comprendo la portata
di questo Amore che mi supera, anche nelle sofferenze...Se non entriamo
in questa conoscenza siamo atei! Oggi c’è l’ateismo del sacrificio -
continuava accoratamente - ma sulla Croce la verità risplende e ci
libera dalle celebrazioni della morte che ci assediano.”
Particolarmente
interessante il nesso sottolineato tra il Nome e il combattimento
spirituale, “la paura di essere amati, di lasciarsi amare pur nelle
debolezze..., la paura di conoscerlo, perché si mette a Dio il limite
dell’uomo”. Infine in un mondo in cui dilaga la falsità, Salvatore ha
esortato a combattere gli errori nell’ordine dell’avere e del piacere ed
ha invitato a vivere un umanesimo relazionale, per rinnovare la storia e
ha indicato la necessità di valorizzare i processi educativi che
caratterizzano l’educazione alla fede e alla vita, alla sofferenza nei
nostri gruppi. Quattro lapidarie consegne -
umanizzare,educare,convertire,fare discepoli - sigillavano la relazione
del Presidente del Movimento.
Nell’Adorazione
Eucaristica e nella preghiera di intercessione per i sofferenti
l’annuncio dato nella predicazione ha trovato una commovente risonanza
salvifica: l’abbandono grato, senza riserve all’Amore, al perdono; la
speranza di sfuggire alla caducità del tempo e delle cose; la speranza
che dalle storture della storia, dei poveri, dei diseredati possa
sorgere un senso, la condivisione della sofferenza. Tutto è stato messo
alla Sua Sequela, la preghiera, il lavoro, le gioie, i dolori, le
scelte, le responsabilità: nell’accoglienza dell’Amore si è manifestata
visibilmente la potenza di vita, la distruzione di tante schiavitù e
idolatrie, inclinazioni e resistenze.
La sessione pomeridiana è
iniziata con un momento di festa cui è seguito un attento ascolto delle
preziose testimonianze su temi ed esperienze nei vari ambiti di
evangelizzazione: giovani, famiglia, sociale. Infine l’assemblea ha
accolto la gioiosa testimonianza dei bambini che avevano celebrato il X
Meeting come “piccoli cercatori di Dio”, attraverso i “vicoli” delle
loro piccole ma vere e autentiche esperienze del divino.
E poi è seguita una
carrellata di tutte le opere e i progetti che testimoniano l’ampiezza,
la prospettiva del Rinnovamento e il suo il dinamismo circolare tra cura
dell’uomo, maturità spirituale e impegno sociale, nel segno del
ringraziamento al Presidente, al Comitato Nazionale e a quanti si
adoperano perché la grazia del Rinnovamento sia Dono di
Evangelizzazione.
Appassionata,
l’esortazione di Salvatore nel pomeriggio sul tema “Educati alla
responsabilità per un rinnovato impegno”,<<La tua partecipazione alla
fede diventi operante>>Fm 6. Forte il richiamo a non vivere un
Rinnovamento chiuso nell’esperienza consolante del Cenacolo, in una fede
privata, soggettiva, fatta di emozioni e devozioni, di “sospensione
ideale dalla realtà”, ma un Rinnovamento spirituale che senta la sfida
dell’impegno alla responsabilità: “Se il Signore chiama e indica una
via, o obbediamo o usciamo fuori dal piano di Dio. Tutto quello che io
non posso, Dio lo può, è la capacità che viene da Dio sulle mie
incapacità, è il miracolo di Dio nella mia vita, ma la mia
sottomissione- obbedienza- fedeltà deve essere piena, ...bisogna lasciar
fare a Dio,... decidersi a fare sul seri (oltre) i nostri alibi”, ha
detto con fermezza il nostro Presidente. Cinque le icone che ha
presentato come modelli di coerenza e rispondenza alla chiamata, per
allontanare ogni pretesto e falsa giustificazione a ogni forma di
disimpegno e compartecipazione: Mosè, se si pensa di non saper
parlare
o di essere mancanti in qualcosa; Davide, se si è inesperti nell’arte
del governo; Isaia, se ci si sente peccatori e indegni; Geremia se si
pensa di essere inesperti, troppo giovani; e poi Maria, la donna della
disponibilità e dell’obbedienza. Infine, in vista dei prossimi rinnovi
degli organi pastorali in seno al Rinnovamento, ha richiamato
l’importanza di un discernimento spirituale autentico: “Abbiamo bisogno
che i fratelli non scelgano più i responsabili per simpatia, per
affetto, per paura, per timore reverenziale, ma davanti a Dio, in retta
coscienza e nel discernimento, riconoscano nella comunità chi ha il
dono, la grazia e la disponibilità a dare la propria vita per il RnS...
Dipenderà da noi scegliere guide responsabili, appassionate, innamorate
del RnS, volenterose, desiderose di impegno che ridiano ai gruppi un
nuovo slancio, amore, vita carismatica, trasporto nuovo per la vita
della Chiesa.”
Nella Celebrazione
Eucaristica presieduta da don Fulvio Di Fulvio, si è accolta
l’eccedenza di amore e gratuità del Signore e il Vero Fuoco che dà vita,
calore, nutrimento e luce. Nell’omelia vivace di don Fulvio si è colto
il richiamo a sentirsi protagonisti nell’impegno della Chiesa di
annunciare, testimoniare il Vangelo. Nel Dono Grande di Gesù Eucaristia
tutti hanno ritrovato il fondamento di quella fiducia che è la necessità
più grande dell’esistenza.
EGA