Domenica
16 novembre, al Palauniverso di Silvi Marina (TE), puntuali e numerosi
nonostante un insistente nubifragio, sono giunti da ogni parte d’Abruzzo
i fratelli e gli amici del Rinnovamento, pellegrini della Luce della
Parola, per celebrare la XXX Convocazione Regionale e ritrovarsi
come Famiglia unita alla Fonte del proprio essere, della propria
vocazione, della propria identità.
Tema della giornata,
l’anelito dell’Apostolo Paolo: “Dovete splendere come astri nel mondo
tenendo alta la Parola di vita” (Fil 2,15b-16).
Come nel 1° Convegno del
lontano ’79, “Rinnovati nello Spirito alla Luce di Maria”, la giornata
è stata caratterizzata dal tema della Luce.
Tutti i convenuti sono
stati toccati dalla Luce della Resurrezione e hanno gioito con
gratitudine dell’Incontro con la Bellezza antica e sempre nuova della
Grazia, maturando nel cuore la consapevolezza “della necessità
prioritaria di nutrirci della Parola per rendere efficace l’impegno
della nuova Evangelizzazione”.
Solenne l’accoglienza
della Parola al suono caldo e forte dello shofar, all’inizio della
sessione mattutina, nella quale i convenuti sono stati invitati a vivere
la “beatitudine del Popolo che ascolta, vive e contempla
la
Parola”. Con un gesto profetico i coordinatori delle sette diocesi
d’Abruzzo, ponendo sette fiaccole su una imponente menorah, hanno voluto
significare il desiderio di camminare nella Luce per essere”profezia
di Luce” nelle nostre Chiese locali e nei vari luoghi delle nostre
esistenze quotidiane.
Dopo un'intensa preghiera
corale, con l’insegnamento di Sebastiano Fascetta sulla Parola
di riferimento per la giornata, l’assemblea è stata introdotta
nell’esperienza della Grazia di Gesù, di S. Paolo, “grande testimone
della Luce”.
“Il Suo Incontro con
Cristo - ha esordito il relatore - è avvenuto attraverso una Luce
che lo ha attraversato e lo ha reso cieco... perché alla scuola di
Anania, segno dell’accoglienza della Chiesa-comunità, rimanesse
nell’ Ascolto, ... e col passaggio dalle tenebre alla luce iniziasse un
nuovo modo di vedere gli altri e di essere a servizio degli altri...
divenendo messaggero della Luce che portava dentro”.
Attraverso gli snodi della
sua articolata, chiara e appassionata catechesi, ha esortato a
”essere affidati alla Parola” e a vivere il Primato dell’Ascolto che
ci apre alla fede: ”il Paraclito, è la voce di Dio nel nostro
cuore... sicchè ogni ascolto maturo è Evento di Pentecoste. Ha
inoltre sottolineato come “essere abitati dalla Luce significhi
diventare servi della Luce... poveri e senza pretese, come Maria...
perché la Luce è attirata dall’umiltà e solo nell’umiltà saremo capaci
di tenere alta e salda la Parola di vita”. Ha ricordato infine che
“il senso
della
Pentecoste, la vocazione del Rinnovamento è la missione”, e che
“ogni dono, carisma, ministero, diaconia, non è privilegio, ma servizio,
testimonianza di amore riversato”.
Nella Celebrazione
Eucaristica, cuore della giornata, in una toccante e coinvolgente
omelia, Mons. Michele Seccia, Vescovo di Teramo-Atri, ha acceso
nei cuori di tutti il desiderio di sperimentare nella Santa Messa la
bellezza della Parola “che non è vuoto suono, che si dimentica appena
si spegne l’audizione, ma che è una Parola viva... sempre attiva, che
non ci dà tregua, che risponde alle nostre domande, quando ci mettiamo
in ascolto. E’ un invito alla gioia, perché è Dio a parlarci... a farsi
vicino, a usare un linguaggio comprensibile...”.
Commentando con forte
senso spirituale la parabola dei talenti, ha poi messo in guardia dal
“rischio di nascondere ciò che la Parola ci fa comprendere”, e
invitando alla “vigilanza“ e “al senso di responsabilità”,
ha esortato a “diventare anche noi parola per i nostri fratelli,
segno una parola che trasforma”.
“La Parola
accolta - ha continuato Mons. Seccia - deve dinamicizzare la
nostra esistenza spirituale... il carisma ricevuto per una scelta di
vita, sacerdozio, matrimonio, esperienza del Rinnovamento. Non va
sotterrato... perché occasioni di bene... il Mistero della Parola è
paradigma della vita... La Parola udita se non diventa carne, diventa
pubblicità e basta! Infine ha fatto riscoprire la Bellezza e lo
Splendore del Dono che nella Messa viene offerto, Luce e Splendore
veri capaci di offuscare le tante luci taroccate che insidiano e che
sembrano prevalere nella cultura del nostro tempo: “il corpo e il
sangue di Cristo... è il Talento Unico e Assoluto... Segno di speranza...
che ci permette di superare ogni avversità... che ci dice che l’Amore e
la misericordia sono sempre con noi”.
La
sessione pomeridiana è stata caratterizzata dal tema di fondo “Beato
il Popolo che testimonia e serve la Parola".
Dopo la festosa memoria degli inizi, con i fratelli della prima ora,
Sebastiano Fascetta ci ha introdotti nell’esperienza spirituale con un
commento al testo di Gv 4,50. Tre le sottolineature come incipit:1)
l’importanza di essere uniti alla compassione di Gesù; 2) il significato
vero della testimonianza, che non è tanto raccontare ciò che si vede,
segni, miracoli, guarigioni, quanto credere e vivere e annunciare ciò
che trasforma la vita; 3) il considerare la guarigione come
“segno che deve portarci altrove... che va riletto alla luce di una
sequela. Un discepolato, un cammino di fede”.
La simbologia
della luna, tratta da una immagine affascinante dei Padri della Chiesa,
il “Mysterium Lunae”, ha segnato il momento conclusivo della
giornata e ha impresso nei cuori e nelle menti dei convenuti quanto
vissuto, compreso e desiderato essere:” figli della luce e figli del
giorno... “riflesso” della luce di Cristo. Testimonianza viva e operante
del Mistero della chiesa, servi della Parola che salva e annunciatori
convinti dell’ azione sorprendente dello Spirito”. |