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I - NATURA E FINE
ART. 1
§ 1 è costituita l'Associazione privata di fedeli "Rinnovamento
nello Spirito Santo" che, all'interno della omonima corrente spirituale,
opera nella Chiesa per il rinnovamento della vita cristiana.
§ 2 L'Associazione ha sede in Roma.
ART.
2
L'Associazione persegue le seguenti finalità:
-
la riscoperta della grazia battesimale e della propria identità
cristiana;
-
la conversione permanente della propria vita conformandola sempre
più allo stile del Vangelo;
-
l'aiuto ad accogliere una rinnovata effusione dello Spirito Santo,
la Sua guida, i Suoi doni e carismi
-
la formazione al servizio ministeriale nella Chiesa e nella
società;
-
la promozione e la formazione di Gruppi di Rinnovamento e di forme di
Comunità del "Rinnovamento nello Spirito Santo".
ART.
3
L'Associazione svolge tutte le attività necessarie o utili al
raggiungimento delle finalità espresse dall'art. 2. Promuove inoltre la
formazione religiosa dei suoi membri per una loro sempre maggiore
partecipazione alla missione evangelizzatrice della Chiesa e per una
presenza incisiva nei campi della cultura, della carità e dell'impegno
sociale.
II - APPARTENENZA
ART.
4
§ 1 Sono membri dell'Associazione i singoli fedeli laici che, dopo
il previsto cammino di preparazione, hanno ricevuto la preghiera per una
rinnovata effusione dello Spirito Santo e dichiarano di voler operare
attivamente nella Associazione.
§ 2 Alle stesse condizioni di cui al primo paragrafo possono
essere membri dell'Associazione:
-
i sacerdoti (cfr. CDC, can 298, § 1);
-
i religiosi e le religiose con il consenso dei loro superiori (cfr.
CDC, can 307, § 3).
III - ORGANI DI SERVIZIO
ART.
5
L'Associazione si articola in Gruppi locali, cellule base del
"Rinnovamento nello Spirito Santo", che sono collegati tra di loro a
livello regionale e nazionale. A tutti i livelli sono preposti dei
Coordinatori i quali, pur con uno stile di iniziativa responsabile, sono
al servizio dell'unità, della comunione e del cammino secondo lo spirito
del Rinnovamento.
ART.
6
§ 1 Sono organi di servizio dell'Associazione:
-
il "Pastorale di Servizio" del Gruppo locale;
-
il Coordinatore del Gruppo locale o delle Comunità;
-
il Consiglio Regionale;
-
il Comitato Regionale di Servizio;
-
il Coordinatore Regionale;
-
il Consiglio Nazionale;
-
il Comitato Nazionale di Servizio;
-
il Coordinatore Nazionale.
§ 2 I membri di ciascuno degli organi di cui al paragrafo precedente
sono eletti a norma del can. 119, § 1 e durano in carica un triennio.
a livello locale
ART.
7
§ 1 Il "Pastorale di Servizio" del Gruppo è composto da un numero di
membri non inferiore a 3 (tre) ed è eletto dai membri dell'Associazione
appartenenti al Gruppo locale.
§ 2 Il "Pastorale di Servizio" del Gruppo locale o delle Comunità:
-
riconosce i membri che compongono il Gruppo in quanto realizzano le
condizioni previste dall'art. 4;
-
discerne e guida il cammino spirituale e comunitario del Gruppo;
-
favorisce l'esercizio dei carismi e la promozione dei "ministeri di
fatto";
-
persegue, in armonica collaborazione con la propria Chiesa locale,
le finalità espresse negli artt. 2 e 3 del presente Statuto.
ART.
8
§ 1 Il Coordinatore del Gruppo locale:
-
convoca e presiede il "Pastorale di Servizio" del Gruppo
coordinandone l'attività di servizio;
-
promuove l'attuazione degli indirizzi e delle decisioni comunicate
dagli organi nazionali e regionali;
-
svolge una costante azione di comunione all'interno del Gruppo di
"Rinnovamento nello Spirito Santo" e con le altre realtà di
ispirazione carismatica e promuove la collaborazione con le realtà
ecclesiali locali.
§ 2 Il Coordinatore viene eletto dai membri del Gruppo locale, in
seno ai membri del "Pastorale di Servizio" del Gruppo.
a livello regionale
ART.
9
§ 1 Il Consiglio Regionale è composto dai membri del Comitato
Regionale di Servizio di cui al successivo art. 10 e dai Coordinatori
dei Gruppi di "Rinnovamento nello Spirito Santo" della Regione o delle
diocesi della Regione o delle Zone interdiocesane, scelti secondo le
modalità stabilite dal Regolamento interno dell'Associazione.
§ 2 Spetta al Consiglio Regionale:
a) decidere come attuare i programmi e le iniziative nazionali e come
promuovere, in sintonia con gli organismi nazionali, tutte le attività
pastorali ed organizzative, a livello regionale;
b) assolvere agli altri compiti previsti, a livello regionale, dal
Regolamento interno dell'Associazione.
ART.
10
§ 1 Il Comitato Regionale di Servizio è composto da un numero di
membri non inferiore a 5 (cinque).
§ 2 L'elezione del Comitato Regionale di Servizio viene effettuata
dal Comitato Regionale di Servizio uscente e dai Coordinatori dei
"Pastorali di Servizio" dei Gruppi di "Rinnovamento nello Spirito Santo"
riconosciuti nella Regione. Lo stesso collegio elegge, successivamente,
in seno ai membri del Comitato Regionale di Servizio eletti, il suo
Coordinatore.
§ 3 Il Comitato Regionale di Servizio riconosce come formalmente
costituiti i singoli Gruppi e le Comunità.
§ 4 Il Comitato Regionale di Servizio è corresponsabile con il
Coordinatore Regionale per l'attuazione dei programmi e delle iniziative
decisi dai competenti organi a livello nazionale o deliberati a livello
regionale.
ART.
11
§ 1 Il Coordinatore Regionale:
-
convoca e presiede il Comitato Regionale di Servizio e ne coordina
le attività pastorali ed organizzative, in ottemperanza alle direttive
del Comitato Nazionale di Servizio e secondo le necessità della
Regione;
-
convoca e presiede il Consiglio Regionale;
-
svolge una costante azione di comunione all'interno dei Gruppi del
"Rinnovamento nello Spirito Santo" e promuove la collaborazione con
tutte le realtà ecclesiali esistenti nella Regione;
-
rappresenta i Gruppi del "Rinnovamento nello Spirito Santo"
esistenti nella Regione presso la Conferenza Episcopale Regionale;
-
rappresenta a tutti gli effetti, a livello regionale, l'Associazione
verso l'interno e verso l'esterno.
§ 2 Il Coordinatore Regionale viene eletto secondo le modalità di
cui al secondo paragrafo dell'art. 10.
a livello nazionale
ART.
12
§ 1 Il Consiglio Nazionale è composto dai membri del Comitato
Nazionale di Servizio di cui al successivo art. 13 e dai Coordinatori
Regionali.
§ 2 Spetta al Consiglio Nazionale:
-
decidere gli indirizzi generali, le iniziative e i programmi
nazionali, che poi saranno attuati dagli organi competenti a diversi
livelli;
-
redigere e modificare lo Statuto dell'Associazione ed il
Regolamento interno;
-
assolvere a tutte le funzioni di sua competenza previste dallo
Statuto, dal Regolamento interno e dalle norme di comportamento che
regolano la vita del "Rinnovamento nello Spirito Santo";
-
nominare un componente del Collegio dei Revisori dei Conti della
Fondazione "ALLEANZA del Rinnovamento nello Spirito Santo", di cui al
successivo 2.art. 17, scegliendoli tra persone dotate di adeguata
professionalità.
§ 3. I membri del Consiglio Nazionale fanno parte di diritto
dell'Assemblea dei Fondatori della Fondazione "ALLEANZA del Rinnovamento
nello Spirito Santo", di cui al successivo art. 17.
ART.
13
§ 1 Il Comitato Nazionale di Servizio è composto da 9 (nove) membri,
eletti dal Consiglio Nazionale.
§ 2 Lo stesso Consiglio Nazionale elegge, successivamente, in seno
ai nuovi membri del Comitato Nazionale di Servizio, il Coordinatore
Nazionale.
§ 3 Il Comitato Nazionale di Servizio svolge una funzione
propositiva in ordine alle finalità e alle attività di cui agli artt. 2
e 3 del presente Statuto e dà attuazione a tutte le attività pastorali
ed organizzative, decise dal Consiglio Nazionale, utili alla
realizzazione delle finalità di cui sopra.
ART.
14
§ 1 Il Coordinatore Nazionale:
-
convoca e presiede il Comitato Nazionale di Servizio ed il
Consiglio Nazionale e coordina le attività pastorali ed organizzative
dell'Associazione, in ottemperanza alle direttive del Comitato
Nazionale di Servizio e secondo le necessita dell 'Associazione
medesima;
-
coordina le attività pastorali ed organizzative dell'Associazione
"Rinnovamento nello Spirito Santo";
-
presiede di diritto la Fondazione "ALLEANZA del Rinnovamento
nello Spirito Santo";
-
rappresenta l'Associazione presso la Conferenza Episcopale Italiana e
ogni altra istanza.
§ 2 Il Coordinatore Nazionale viene eletto secondo le modalità di
cui al secondo paragrafo dell'art. 11.
IV - RAPPORTI CON I VESCOVI ITALIANI
ART.
15
§ 1 Il "Rinnovamento nello Spirito Santo", in quanto Associazione
privata di fedeli, fa sue le direttive pastorali dei Vescovi a livello
diocesano, regionale e nazionale, incoraggiando i propri membri a
mettere a disposizione della Chiesa le loro capacità, come anche i doni
e i carismi, della cui autenticità sono giudici gli stessi pastori (cfr.
LG,
12).
§
2 I membri del Gruppo locale si
impegnano, altresì, in modo responsabile e creativo nella Chiesa
particolare, coinvolgendosi attivamente nei progetti pastorali della
medesima.
§ 3 Il "Rinnovamento nello Spirito Santo" può, come previsto dal can
324, § 2 del Codice di Diritto Canonico, scegliere attraverso i
suoi organi statutari un "Consigliere Spirituale", tra i sacerdoti
secolari e religiosi appartenenti alla Associazione stessa, e ne chiede
conferma alla Conferenza Episcopale Italiana.
V - DISSOCIAZIONE
ART.
16
§ 1 I membri possono abbandonare liberamente l'Associazione.
§ 2 In caso di comprovata irregolarità, i membri possono essere
dissociati rispettivamente dal "Pastorale di Servizio" del Gruppo oppure
dal proprio Comitato Regionale di Servizio.
§ 3 Contro il provvedimento di cui al comma precedente è possibile
il ricorso rispettivamente al Comitato Regionale di Servizio o al
Comitato Nazionale di Servizio.
VI - MEZZI DI
SOSTENTAMENTO
ART.
17
§ 1 Le attività ordinarie dell'Associazione sono sostenute
attraverso il concorso di offerte libere degli associati, le quote
sociali ed i contributi associativi di qualsiasi natura che -
amministrati dagli organi di servizio ai vari livelli - costituiscono il
patrimonio dell'Associazione.
§ 2 Detto patrimonio sociale - suscettibile di incremento in virtù
di atti di liberalità e delle attività svolte - non può essere
distribuito durante la vita dell'Associazione, È intrasmissibile sia
inter vivos che mortis causa e deve essere destinato, fatta salva ogni
diversa eventuale disposizione di legge, esclusivamente al perseguimento
delle finalità istituzionali del sodalizio.
§ 3 Il Comitato Nazionale di Servizio dell'Associazione predisporrà,
ogni anno, successivamente alla Convocazione Nazionale, un rendiconto
economico e finanziario dell'attività dell'ente, da sottoporre
all'approvazione del Consiglio Nazionale entro il termine di quattro
mesi dalla conclusione della predetta Convocazione.
§ 4 Al fine della predisposizione del rendiconto di cui al p.3, i
Coordinatori Regionali faranno pervenire al Coordinatore Nazionale,
entro il mese di giugno di ogni anno, i dati riepilogativi dei movimenti
economico-finanziari attinenti all'attività svolta a livello regionale.
§ 5 Per tutte le manifestazioni pubbliche indette dall'Associazione,
nel corso delle quali si svolgano anche attività aventi rilevanza
giuridico-economica, l'Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo"
si potrà avvalere della Fondazione "ALLEANZA del Rinnovamento nello
Spirito", nonchè delle Cooperative e di ogni altra struttura nata per
volontà dell'Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo o comunque
operante nell'orbita dell'Associazione, per volontà della medesima o in
virtù di accordi con essa sottoscritti.
VII - DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE
ART.
18
In caso di scioglimento
dell'Associazione - che dovrà essere deliberato dal Consiglio Nazionale,
cori il voto favorevole dei 2/3 degli aventi diritto - gli eventuali
beni mobili di sua proprietà saranno devoluti, fatti salvi i diritti
acquisiti e le volontà degli offerenti (cfr. CDC, can. 326, § i e § 2),
ad istituzioni aventi finalità analoghe, indicate dalla Conferenza
Episcopale Italiana.
ART.
19
Per eventuali dubbi
interpretativi e per quanto non esplicitamente espresso nel presente
Statuto, si farà riferimento alle norme del Codice di Diritto Canonico,
alla nota pastorale della Commissione Episcopale per il laicato della
Conferenza Episcopale Italiana su "Le aggregazioni laicali nella Chiesa"
e, in quanto compatibili, alle disposizioni del codice civile in materia
di Associazioni.
Nuovo
Statuto dell'Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo"
approvato il 18 marzo 1999 dalla CEI
COMMENTO
Associazione
Il battesimo ci inserisce come membra vive nella Chiesa, Corpo di Cristo
e, in Cristo, siamo partecipi del suo triplice ministero: sacerdotale,
profetico e regale. Quando un gruppo di cristiani decide di mettersi
insieme per raggiungere un determinato fine spirituale, costituisce
un'associazione ecclesiale che può essere: pubblica, se è
promossa direttamente dall'autorità ecclesiastica; o privata, se
nasce dalla libera volontà degli associati. La nostra, a norma del
CDC (cfr. can 299, ß 2), si configura come Associazione privata
di fedeli.
Da quanto si è detto, ne
deriva che l'Associazione è costituita da singoli cristiani che
decidono, in prima persona, di farne parte, ne accettano le finalità e
la normativa. Un'associazione ecclesiale riconosciuta (a norma del
CDC, can 304, ß 1) ha il diritto di darsi tutte quelle
strutture che sono necessarie alla sua esistenza e al suo sviluppo (cfr.
CDC, can 309).
L'Associazione
"Rinnovamento nello Spirito Santo", secondo l'ordinamento della CEI, fa
parte di diritto della Consulta Nazionale delle Associazioni Laicali (CNAL),
che viene convocata periodicamente dall'ufficio competente.
Natura
La natura
dell'Associazione è specificata dalla sua appartenenza alla grande
corrente spirituale mondiale di Rinnovamento nello Spirito Santo o
Rinnovamento Carismatico Cattolico. Questa corrente spirituale è stata
suscitata dallo Spirito Santo per il rinnovamento dei cristiani e della
Chiesa, secondo il piano di Dio e le linee profetiche del Concilio
Vaticano II. Sorta trent'anni fa, questa corrente spirituale si è
diffusa nel mondo intero e in tutte le Chiese cristiane. I circa 80
milioni di cattolici che attualmente vi partecipano condividono tutti la
stessa esperienza e spiritualità, pur nella diversità di gruppi,
comunità e fraternità.
Fine
Sono cinque le finalità
che, secondo l'art. 2 dello Statuto, l'Associazione si propone. Esse
abbracciano settori distinti e complementari:
-
la crescita della
persona verso la sua santificazione: dalla conversione a Cristo alla
presa di coscienza della sua identità cristiana attraverso una rinnovata
effusione dello Spirito Santo, alla sua partecipazione attiva al
triplice ministero di Gesù Cristo: sacerdotale, profetico e regale;
-
la partecipazione al
rinnovamento delle comunità cristiane, attraverso la costituzione di
gruppi e comunità rinnovate secondo la spiritualità del Rinnovamento
nello Spirito Santo;
-
l'impegno dei singoli e
delle aggregazioni del RnS nel campo sociale, politico e culturale per
l'attazione di una società più giusta e per l'edificazione di ambienti
in cui sia possibile vivere nella sua integralità la vita cristiana. Va
notato che nell'identità cristiana (cfr. Statuto art. 2.a) rientra in
pieno l'impegno per la nuova evangelizzazione e per l'ecumenismo:
finalità che appartengono all'essenza del RnS e che sono sempre state in
primo piano fin dagli inizi.
Preghiera
per una rinnovata effusione dello Spirito Santo
La preghiera per una
rinnovata effusione dello Spirito Santo è preparata da un insieme di
incontri settimanali che costituiscono il "Seminario" e che sono svolti
con una metodologia particolare.
Lo scopo primario del
Seminario è quello di aiutare i fratelli e le sorelle a cercare e a
trovare il Signore, attraverso una conversione personale e profonda
della loro vita. La durata del seminario si estende almeno per sette
settimane, in riferimento al tempo che intercorre tra la Pasqua e la
Pentecoste: il tempo, cioè, tra la celebrazione della Risurrezione di
Gesù, vincitore del peccato e della morte, e il dono dello Spirito Santo
alla Chiesa per la sua missione. Gli insegnamenti che vengono dati
durante il Seminario trattano le verità fondamentali della fede. Ma più
importante di tutto è il metodo che non si limita a comunicare delle
nozioni dottrinali, ma si preoccupa di toccare e convertire il cuore e
di far sperimentare ciò che si insegna. Si suggerisce di premettere al
corpo degli insegnamenti tradizionali alcune nozioni sulla storia e le
finalità del RnS e, dopo la preghiera per l'effusione, dare alcuni
insegnamenti che illustrino il cammino normale della vita cristiana,
vissuta secondo la spiritualità del RnS.
Per quanto riguarda le
modalità della preghiera per l'effusione, l'esperienza ha dimostrato che
i frutti più copiosi si hanno quando si coinvolge ogni singola persona
attraverso l'intercessione e l'accompagnamento di un piccolo gruppo di
fratelli anziani nel cammino del RnS.
La preghiera per
l'effusione non è un sacramento e neppure un sacramentale. Perciò non
esiste nessuna difficoltà alla sua ripetizione. Si deve però fare
attenzione che la ripetizione non porti alla svalutazione.
Formazione
La formazione del
cristiano, come la conversione, va perseguita lungo tutta la vita,
perché non è mai perfetta e finita. Quando qualcuno pensasse di aver già
fatto abbastanza e, quindi, smettesse di progredire nella via dello
Spirito, cadrebbe nell'insignificanza e nell'appiattimento. Nessuno può
dirsi "rinnovato" una volta per sempre, ma lo Spirito Santo indica e
sostiene una conversione e un rinnovamento sempre in atto.
Nessuno, quindi, può
trascurare tutte quelle opportunità formative che vengono proposte lungo
l'anno, a livello locale, regionale e nazionale (ritiri, fine settimana,
settimane di spiritualità e di formazione all'evangelizzazione, corsi
per le varie categorie di persone e di ministeri, ecc.). è soprattutto
nel Gruppo di appartenenza che i membri del RnS trovano la possibilità
di sviluppare la propria vita spirituale. Qui si apprende gradualmente
il valore e la collocazione delle varie componenti della vita cristiana:
Parola di Dio, sacramenti (specialmente l'eucaristia e la penitenza), la
preghiera personale e liturgica, l'uso dei carismi e l'impegno nei
ministeri, i rapporti intraecclesiali, ecc.
Liturgia
Nei nostri incontri, la
liturgia deve essere curata con il massimo impegno. è bene che ci siano
gli incaricati della liturgia, ma tutti devono apprendere a partecipare
attivamente e secondo la propria ministerialità. Un segno, infatti, che
in un gruppo si è compresa la primarietà del culto divino è la
promozione di scelte ministeriali istituite (lettori, accoliti) e "di
fatto" (accoglienza, canto, musica, catechesi, ordine, ecc.). Da questo
amore alla liturgia nascono spesso anche le vocazioni al sacerdozio, al
diaconato e di speciale consacrazione. Segni di trascuratezza sono
l'improvvisazione del canto e delle letture o l'assenza degli accoliti
accanto al celebrante. Se non ci sono lettori e accoliti istituiti, si
suggerisce che in ogni Gruppo siano designate delle persone adulte che
coprano dignitosamente queste funzioni.
E' necessario, ad
esempio, che i canti siano appropriati alle letture del giorno, che la
Parola di Dio sia "proclamata" e che accanto al celebrante non manchino
gli accoliti e gli altri ministri.
Appartenenza
Lo Statuto ed il
Regolamento precisano dettagliatamente i criteri e le norme di
appartenenza all'Associazione che qui trova praticamente configurata la
sua dimensione sociale e aggregativa.
Ma non sono gli
ordinamenti giuridici, pur necessari, a tenere unita l'Associazione.
Ciò che conta e che va
messo in evidenza è soprattutto il "senso di appartenenza". Esso deriva
spontaneamente dal vincolo spirituale che sorge dalla comune esperienza
dell'effusione dello Spirito e dalla condivisione della medesima
spiritualità.
Nasce da qui, sotto
l'azione dello Spirito Santo, quella libera aggregazione in gruppi, in
comunità o in fraternità di alleanza che, nel loro insieme, formano la
corrente spirituale o il movimento ecclesiale di Rinnovamento nello
Spirito Santo, a livello nazionale e mondiale. L'appartenenza, quindi,
ha la sua radice e la sua ragione in una chiamata e in un dono cui
corrisponde la dedizione e il servizio. Perciò si serve l'Associazione,
se si vuole che l'Associazione serva. Si deve precisare che
l'appartenenza all'Associazione è una scelta personale esplicita, che
inserisce in una realtà che ha la sua precisa evidenza ecclesiale e
sociale.
Perciò, questa
appartenenza deve essere verificata e documentata. Tutti i gruppi, in
genere, hanno l'abitudine di tenere un elenco dei membri di coloro che
hanno ricevuto l'effusione e che partecipano alla vita del Gruppo. Basta
questo, aggiornato ogni anno. Con il riconoscimento dell'Associazione
"Rinnovamento nello Spirito Santo" si stabilisce un elemento di
chiarezza. Infatti, la grazia dell'effusione dello Spirito non è data in
esclusiva a nessuno, ma anzi, in linea di principio, è destinata a tutti
i battezzati. All'Associazione, invece, appartengono solo quelli che lo
vogliono e che sono stati accettati.
Esistono, quindi, molti
cristiani che hanno ricevuto L'efFusione e vivono da soli, oppure fanno
parte di altre aggregazioni ecclesiali, riconosciute o meno, ma non
fanno parte della nostra Associazione, anche se tutti ci riconosciamo
nella medesima corrente spirituale.
Servizio
pastorale
In ogni aggregazione
sociale è necessaria la funzione dell'autorità che, secondo il Vangelo (cfr.
Mt 20,24-28), preferiamo chiamare servizio. Parliamo anche, più
semplicemente, di "servizio pastorale", per indicare la funzione di
tutti coloro che, a livello locale, regionale o nazionale, sono chiamati
a compiti di responsabilità e di guida.
L'aggettivo "pastorale"
può essere confuso con il ministero pastorale che è svolto nella Chiesa
dai Pastori (vescovi, sacerdoti e diaconi), in forza del sacramento
dell'ordine.
Se usiamo questa parola,
è perchè non ne abbiamo trovata un'altra per indicare un servizio che
non può essere puramente formale o solo organizzativo, ma comprende
tutte quelle attività che aiutano e sostengono le persone a raggiungere
le finalità spirituali ed ecclesiali dell'Associazione. Ci si domanda
spesso quale autorità abbiano coloro che sono chiamati a svolgere il
servizio pastorale.
Al di fuori del
sacramento dell'ordine, non esiste autorità gerarchica. Quindi si deve
parlare di un'autorità sociale che deriva dal fatto che il loro ruolo e
i loro compiti sono previsti statutariamente e sono stati approvati con
l'Associazione dall'Autorità ecclesiastica. Ma non va trascurato anche
un altro aspetto, che per noi è primario: quello carismatico. Se il
criterio primario nella scelta delle persone per un determinato servizio
è il riconoscimento di un carisma, allora, prima dell'investitura
sociale, vi è l'unzione dello Spirito Santo. La logica, quindi, è quella
descritta da San Paolo: "Non può l'occhio dire alla mano: non ho
bisogno di te; nè la testa ai piedi: non ho bisogno di voi... Ma Dio ha
composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché
non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura
le une delle altre" (1 Cor 12,21.24b-25).
Perciò, i compiti
pastorali, che sono definiti per i singoli livelli nello Statuto e nel
Regolamento, implicano necessariamente un'autorità, che non è
gerarchica, ma carismatica e sociale. Pertanto, i rapporti con chi
detiene un servizio di autorità sono regolati dalla virtù
dell'obbedienza.
Coordinatori
Il raggio di azione del
Coordinatore, a tutti i livelli, è vastissimo, ma comprende, innanzi
tutto, gli adempimenti associativi che gli sono assegnati dallo Statuto
e dal Regolamento. Quindi, la sua funzione esce fuori dai contorni
vaghi, per conseguire un ruolo preciso e determinato.
La sua figura
carismatica lo pone nell'ascolto dello Spirito; il suo compito
ecclesiale esige una spiritualità di dedizione e di servizio;
l'appartenenza al RnS gli chiede di operare, non da autocrate solitario,
ma nella collegialità con gli altri membri del "Pastorale di Servizio" e
in sintonia con le altre istanze del RnS. Il Coordinatore, in
particolare, deve sapere bene verso dove e in quale modo deve
condurre il gruppo. Non dimentichi mai che il gruppo non è una sua
proprietà, ma mete, metodo e stile di conduzione sono segnati dalla
Chiesa e dal RnS.
Ministeri
di fatto e commissioni
I ministeri hanno
ormai raggiunto una loro chiara configurazione, in quanto rispondono a
precise esigenze di funzionamento e di attività del RnS ai vari livelli.
Qui si raccomandano due
cose:
a) chi è chiamato a
svolgere un ministero o un servizio si preoccupi di conoscere
esattamente l'ambito della sua attività e di acquisire la conoscenza
della spiritualità con cui deve essere svolto;
b) faccia attenzione a
non cedere a spinte autonomiste, ma, pur nella piena responsabilità nel
suo campo, rispetti le direttive ricevute e rimanga sempre in
collegamento con il suo coordinatore e con il "Pastorale di Servizio".
Le commissioni
possono essere istituite per lo studio o per l'esecuzione di un compito
particolare. Perché funzionino efficacemente devono essere composte da
poche persone che siano competenti nel settore che viene loro affidato.
Molti problemi di non
facile soluzione possono essere affidati a una commissione che riferisca
le sue documentate conclusioni. In questo modo, la discussione
assembleare viene semplificata e si evitano inutili lungaggini.
Consiglieri
spirituali
In questo paragrafo
cogliamo l'occasione per precisare quanto riguarda la presenza dei
sacerdoti nei gruppi:
Ogni sacerdote,
in forza del sacramento dell'ordine che ha ricevuto, rappresenta il
vescovo e la Chiesa in cui è incardinato. La sua appartenenza e la sua
responsabilità è sempre più ampia del Gruppo in cui può essere inserito
a pieno titolo. Egli, in qualche modo, è sempre garante dell'ortodossia
e dell'ortoprassi del Gruppo. Ma deve ben guardarsi dall'invadere il
campo della guida del Gruppo, che spetta unicamente al "Pastorale di
Servizio";
Consigliere
spirituale è quel sacerdote che, con designazione dell'organo
pastorale, è chiamato a offrire un'assistenza spirituale al "Pastorale
di Servizio" e al gruppo intero. Non fa parte del "Pastorale", in senso
stretto, ma partecipa a tutte le riunioni, avendo cura di attenersi
strettamente al suo ambito che è, appunto, quello spirituale. Valgono le
stesse norme per i consiglieri spirituali a livello diocesano, regionale
e nazionale.
Una figura d'importanza
eccezionale è il Consigliere spirituale dell'Associazione, che
potrebbe essere liberamente scelto dall'Associazione stessa, a norma del
CDC, can 324, ß 2;
Delegato diocesano
è l'incaricato del vescovo a svolgere il compito di tramite tra i gruppi
del RnS e il vescovo, e viceversa. Non deve intromettersi nelle
questioni interne dei gruppi, e neppure impedire il collegamento diretto
con il vescovo. Oltre ad essere portavoce, svolge anche opera di
sensibilizzazione sui programmi diocesani e di inserimento del RnS nelle
strutture diocesane.
Programmazione
Due possono essere gli
eccessi opposti riguardanti la programmazione: o non se ne fa nessuna,
oppure si mette in cantiere una programmazione eccessiva che non lascia
respiro. Nel primo caso, i responsabili dimostrano di non avere delle
idee e di non sapere dove condurre il gruppo o la regione o la nazione;
nel secondo caso, ben presto si faranno sentire la stanchezza e la
saturazione. Si deve fare attenzione anche ad un altro inconveniente,
che è quello di non tener conto della programmazione delle istanze
superiori con il risultato di andare per proprio conto e di provocare la
disarticolazione dell'itinerario formativo.
Prassi
operativa degli organi di servizio
Le prescrizioni che
cadono in questo paragrafo derivano dalla legislazione civile ed
ecclesiale a riguardo delle associazioni. Tali procedure vanno osservate
fedelmente, prevedendo anche i tempi necessari.
Elezioni
Questo termine per noi
deve assumere un significato molto diverso da quello usato in ambito
civile:
- Innanzi tutto, occorre
essere consapevoli dell'importanza delle scelte che si fanno: dalla
qualità delle guide dipende la vitalità e il futuro dell'Associazione.
Perciò i componenti degli organi pastorali di servizio, al di fuori
degli interessi umani, devono essere chiesti in preghiera e ricevuti
come un dono di Dio.
- In secondo luogo, le
modalità indicate per conferire questi incarichi se, da una parte,
devono obbedire a norme precise, dall'altra, non si deve dimenticare mai
che si tratta di un discernimento, da attuare secondo i criteri
evangelici.
- In terzo luogo,
nell'avvicendamento negli incarichi, si tenga conto di salvaguardare due
valori importanti: la continuità e la novità. è necessaria una duplice
attenzione: che la continuità, quando è troppo prolungata, crea
facilmente dei potentati, mentre la novità, assunta a criterio assoluto,
minaccerebbe di far perdere le radici da cui deriva la linfa originaria
e di distruggere i punti di riferimento.
Diritto
di voto
Questo diritto
appartiene ai membri a pieno titolo; quelli, cioè, che rispondono alle
condizioni previste. Non si tratta di un privilegio, ma di una
responsabilità nei confronti del Signore, del RnS e della Chiesa.
Requisiti
per le candidature
Alla luce
dell'esperienza, oltre i requisiti di idoneità umana, spirituale e
carismatica, si dovrebbe insistere sul fattore tempo. Molto spesso,
infatti, gli organi non funzionano o i programmi rimangono sulla carta,
proprio perchè gli incaricati non sono in grado di dare il tempo
necessario. La voglia di fare non basta. Chi si rendesse conto che
attualmente non può disporre del tempo necessario, deve sentirsi
obbligato in coscienza a non assumere impegni che poi non riuscirebbe a
mantenere. A proposito di candidature, tante clausole e tanti dettagli
numerici potrebbero urtare o risultare incomprensibili. In realtà, sono
cose risultate necessarie per salvaguardare le giuste scelte e per dare
il giusto peso alla composizione numerica dei gruppi. Quando si era in
pochi, la prassi era molto più semplice, ma con l'aumentare dei membri e
dei Gruppi, si sono amplificate le esigenze e le attenzioni. Ciò che
conta è che tutto sia fatto nella retta intenzione, nell'ordine e nella
pace.
Durata
in carica
Si dovrebbero ripetere
le osservazioni, già dette, circa la continuità e la novità (cfr. più
sopra circa le elezioni). Qui aggiungiamo un'osservazione importante. La
grande difficoltà che si oppone all'avvicendamento nelle responsabilità
dipende spesso dal fatto che non ci sono alternative e perciò si finisce
per confermare sempre le stesse persone. Questa constatazione denuncia
una grave carenza da parte degli organi pastorali uscenti: quella di non
prevedere la preparazione di persone che siano in grado di subentrare e
sostituire.
Incompatibilità
Questo punto
dell'incompatibilità è molto delicato e richiede una particolare
sensibilità psicologica e spirituale. Da una parte, c'è il problema dei
legami di parentela. Per quanto disinteressati si possa essere, con i
propri congiunti è difficile essere neutri. Sicuramente si deve tener
conto, in certi casi, dell'unità sacramentale della coppia coniugale.
Essa costituisce una forza, ma indubbiamente comporta anche un peso.
Perciò si richiede prudenza. D'altra parte, vi è il cumulo degli
incarichi. Con una certa superficialità, si finisce per chiamare in
campo sempre le stesse persone che sono disponibili. In questo modo, ci
si mette in un imbuto. L'arte del governo consiste nel saper scoprire le
capacità e i carismi delle persone e farne dei collaboratori.
Procedimento
nelle elezioni
Anche qui i dettagli
abbondano, ma sono necessari. Quello che non si finirebbe mai di
raccomandare è che, nei meandri dei procedimenti, non si perdano lo
spirito e il clima di fede e di preghiera che devono caratterizzare le
nostre assemblee. Nulla di più deleterio che lasciare insinuarsi qualche
personalismo o qualche interesse. Si parla di preparazione, ed è
necessaria. Ma bando ad ogni forma di propaganda, di giochi politici, di
autocandidature. Da notare che l'espressione "di norma" (al punto
4.15.g) va intesa come "generalmente", vale a dire che ci possono essere
motivate eccezioni.
Cessazione
della funzione pastorale
Una cosa deve essere
chiara: l'incarico che abbiamo può e deve finire, ma non deve finire mai
il nostro impegno negli ambiti del RnS. E' doloroso vedere che persone
valide e stimate, una volta cessato un incarico pastorale, siano messe o
si mettano da parte o addirittura spariscano dal loro Gruppo. I carismi
non devono essere sotterrati, ma sono dati per essere messi in
circolazione, tenendo presente che l'esercizio dei carismi non va in una
direzione sola, in un settore solo, ma ci sono svariate possibilità
d'impiego. In ascolto dello Spirito Santo, ciascuno vedrà dove è
chiamato a lavorare, sempre in comunione con i relativi organi
pastorali.
Rapporti
con i vescovi
Per grazia di Dio, il
RnS in Italia non è mai stato in contrasto con i vescovi, fatta
eccezione per qualche difficoltà in casi singoli e isolati. Oggi, con il
riconoscimento ufficiale e con una normativa approvata, difficoltà del
genere non dovrebbero più accadere.
I Coordinatori, ai vari
livelli, curano i rapporti con il parroco e con il vescovo locale. Il
nostro stile è quello dell'obbedienza che nasce dalla fede e dalla
fiducia che lo Spirito Santo conduce gli eventi in modo tale che tornino
a vantaggio del Corpo ecclesiale e del Regno di Dio. A volte può sorgere
il pericolo di essere strumentalizzati a finalità che non sono proprie
del RnS. In questi casi, è necessario e doveroso salvaguardare la
propria identità. Sul piano pastorale, il giudizio sul valore delle
nostre iniziative e sull'autenticità dei carismi e del loro uso spetta,
in ultima istanza, al vescovo.
Dissociazione
All'Associazione si
accede liberamente, e altrettanto liberamente si può uscirne.
Può accadere che singoli
fratelli/sorelle o Gruppi manifestino, attraverso parole o
atteggiamenti, la loro volontà di non voler più far parte
dell'Associazione. Se non si decidono a rendere esplicita questa loro
volontà, le istanze competenti dichiarino la loro dissociazione. Si
tratta di un atto doloroso, ma va fatto per impedire il prolungarsi di
equivoci e di conseguenze negative.
Quali sono gli
atteggiamenti che dimostrano la volontà di dissociazione? Possiamo dare
qualche esempio: si possono riscontrare persistenti assenze dalle
attività comunitarie a livello regionale o nazionale, oppure
comportamenti in evidente dissonanza con le finalità, la spiritualità o
la linea tracciata dallo Statuto e dal Regolamento. In tutti questi
casi, come già si è detto, è necessario prendere atto della situazione e
assumere le decisioni conseguenti.
Sostentamento
L'Associazione
"Rinnovamento nello Spirito Santo" non ha fini di lucro, ma solo
spirituali. Perciò, in quanto tale, non possiede nulla, ma vive nella
libertà evangelica. Vale a dire che essa, in quanto tale, è sostenuta
essenzialmente in forza dell'impegno libero, volontario e disinteressato
dei soci. è evidente, tuttavia, che non potrebbe né esistere né operare
senza i mezzi e gli strumenti che sono necessari per il raggiungimento
delle finalità spirituali che le sono proprie.
Per superare questa
apparente contraddizione e, soprattutto, per poter operare legalmente
secondo le leggi dello Stato italiano, è stato necessario istituire
l'"Associazione Alleanza", attraverso la quale si possono compiere tutte
le operazioni economico-finanziarie dell'Associazione. Da quanto si è
detto, appare evidente che al sostentamento dell'Associazione
"Rinnovamento nello Spirito Santo" devono provvedere gli associati
stessi. Essi, infatti, nella misura in cui credono alle finalità della
loro Associazione e sentono il loro legame di appartenenza, provvedono
spontaneamente e generosamente, secondo le loro possibilità, alle
necessità dell'Associazione stessa.
è auspicabile che la
raccomandazione biblica della decima, già applicata in diversi gruppi e
comunità, possa essere introdotta, come fanno altri movimenti
ecclesiali, in tutte le realtà associative del RnS.
Disposizioni
transitorie
Si possono verificare
delle situazioni che pongono dei problemi nuovi, oppure possono sorgere
delle incertezze sull'interpretazione di qualche norma dello Statuto o
del Regolamento. Le norme transitorie predispongono che cosa si debba
fare in questi casi. Si dicono transitorie perchè, più che il presente,
riguardano possibili eventualità future.
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