Oltre 1900 giovani,
provenienti da 27 paesi del mondo, dall’11 al 15 agosto 2005 si sono
riuniti nel Grugahalle di Essen, nei pressi di Colonia in Germania, per lo
Youth Arise International Festival che, come di consueto, dal 1995 precede
le Giornate Mondiali della Gioventù.
Dal Canada, dalla
Cina, dall’Australia, dal Messico, dal Brasile. E ancora, dall’Olanda, dal
Belgio e dalle Canarie: il gruppo più numeroso è quello italiano, subito
seguito da quelli indiano e statunitense. I ragazzi italiani, oltre 600,
hanno toccato il suolo di Essen nel tardo pomeriggio dell’11 agosto, a
poche ore dall’inizio del Festival, dopo un viaggio durato 35 ore. Il loro
treno speciale era partito da Reggio Calabria; tra le tante fermate, Roma
e Milano.
Ad accogliere i
giovani del Rinnovamento Carismatico di tutto il mondo è stato, nella
serata di apertura del Festival, Henry Cappello, Presidente di YAI
International: “Siete venuti qui per cercarlo, e state certi che lo
troverete!”, queste le sue parole di benvenuto.
Subito
dopo, Padre Tom Forrest, uno
dei maggiori leader del Rinnovamento carismatico internazionale, tra
l’altro già primo presidente dell'ICCRO (attuale ICCRS) e fondatore di
Evangelizzazione 2000, ha parlato con forza ai giovani della grandezza
dell’amore di Dio, con l’energia e l’audacia tipiche di un
evangelizzatore, ricordando ad ognuno dei presenti che “nessuno ha mai
fatto quello che Cristo ha fatto per te”.
E il festival
continua, tra preghiera carismatica, musica, canti e testimonianze. I
giovani accorsi al Grugahalle di Essen respirano l'atmosfera carismatica
dello Youth International Festival.
Venerdì 12 - “Chi state
cercando?”
“Dilatate il vostro cuore
per accogliere l’amore di Cristo”, ha esortato dal palco nella seconda
giornata, 12 agosto 2005, rivolgendosi ai giovani riuniti ad Essen,
Salvatore Martinez, Coordinatore nazionale del RnS.
Accolto molto calorosamente
dal pubblico, Martinez ha definito “grazia straordinaria” la
presenza in Germania di così tanti ragazzi alla ricerca di Cristo, “del
cui amore - ha proseguito con forza - noi cristiani siamo debitori”.
“Quando
fate il segno della croce, ricordate che quello è il simbolo della vostra
vittoria in Dio e della vostra appartenenza a Lui”. All’inizio della
celebrazione eucaristica,
si è rivolto così mons. Valerian D’Souza, alla giovane assemblea
raccolta al Grugahalle.
“Gesù è vivo e la Chiesa
è viva” ha detto il Vescovo di Poona. E alla fine della Santa Messa,
che lui stesso ha definito “la più grande preghiera di
guarigione”, a mons.
D’Souza è stata consegnata una chitarra: così, dal palco, ha cantato e
suonato “L’uomo di Galilea”, entusiasmando tanti giovani.
Nella serata del 12
agosto, il Festival si poi è spostato al centro della città di Essen, a
piazza Kennedy, per il concerto della Rex Band.
Sabato 13 - “Che cosa
offrirete a Gesù”
“Che
cosa offrirete a Gesù”. È stato questo il tema della terza giornata, 13
agosto 2005, del Festival YAI. Dopo la relazione del gruppo australiano su
“la Sacra Scrittura nella preghiera personale”, seguita da un momento di
lode e adorazione, la Santa Messa è stata celebrata da padre Charles
Azzopardi, di Gibilterra. Nel pomeriggio le confessioni e, in serata,
a conclusione della terza giornata, l’adorazione eucaristica guidata dal
Coordinatore nazionale del RnS, Salvatore Martinez. Un tempo
dedicato alla riconciliazione, alla guarigione e alla meditazione. In
silenzio, rimanendo in ascolto di Gesù. |
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Domenica 14 - “Siamo
venuti per adorarlo”
L’ultima giornata del
Festival YAI, 14 agosto 2005, si è aperta con l’animazione dell’equipe
italiana. Ancora musica e preghiera, dopo l’Adorazione Eucaristica del
giorno precedente guidata da Salvatore Martinez. Un momento
toccante, di guarigioni e conferme. Davanti a Gesù eucaristia, infatti,
molti giovani hanno sentito la conferma della loro vocazione ad una vita
sacerdotale. E nella mattinata, centinaia di mani alzate continuavano ad
acclamare il Signore, cuori colmi di gratitudine continuavano ad adorarlo.
“Che
questa esperienza sia veramente un ritiro profondo, tappa nel cammino
della conoscenza di Gesù. Che sappiano impegnarsi nel servizio alla Chiesa
e oggi, nel mondo, non abbiano paura di essere cattolici.” Lo ha
augurato padre Tom Rosica ai giovani riuniti al Grugahalle di Essen.
Il predicatore, membro della “Canadian Christian Jewish Consultation” e
organizzatore della GMG di Toronto, ha ricordato Giovanni Paolo II e
parlato della grazia che si effonde su coloro che partecipano alle
giornate mondiali della gioventù, “da vivere - ha detto - non da turisti,
ma da pellegrini”. E nel pomeriggio la Santa Messa è stata celebrata dallo
stesso padre Tom Rosica. Ad animare la celebrazione eucaristica
dell’ultima giornata YAI, la corale nazionale del Rinnovamento nello
Spirito Santo. Nella sua omelia, recitata metà in italiano e metà in
inglese, Padre Tom Rosica, riprendendo il pensiero di Giovanni Paolo II,
ha incitato i giovani ad essere “costruttori della civiltà dell’amore”. Le
letture della Messa sono state recitate in diversi lingue affinché tutti i
giovani, 1900 provenienti da 27 paesi del mondo, fossero rappresentati.
Il
programma è poi proseguito con tante aspettative per la festa conclusiva
prevista per la sera. Sul palco, tra canti, mimi, danze e preghiere, i
gruppi di diverse nazionalità, che nei giorni scorsi hanno guidato
l’animazione, si sono esibiti in un grande spettacolo da vivere nel segno
dell’unità e della fraternità.
“Amatevi gli uni gli
altri come io ho amato voi”. Il Festival YAI si è chiuso nel segno
dell’unità e della condivisione, danzando e cantando con gioia al Signore.
Ed è proprio l’incontro al di là delle differenze, quell’unione profonda
che nasce dall’amore e che supera ogni diversità, il motivo ispiratore
dello Youth Arise International Festival, nato nel 1995 con l’obiettivo
dell’evangelizzazione dei giovani. “Se sceglierete Cristo come vostro
salvatore - ha detto Henry Cappello - sarete guidati dai
suoi comandamenti in tutti i momenti della vostra vita”. E, con questa
certezza nel cuore, anche i ragazzi del Movimento carismatico
internazionale hanno raggiunto Colonia, per vivere la ventesima Giornata
mondiale della Gioventù.
Nel cuore
dei giovani un messaggio di speranza da testimoniare!
Abbiamo
chiesto ad alcuni gruppi di giovani come hanno vissuto, fino ad oggi,
questa esperienza. Pamela, canadese, la gioia negli occhi, parla di
comunione tra i popoli e del suo incontro con Gesù vivo nel cuore dei
giovani che ha incontrato.
Per i ragazzi del Libano,
quella di Essen è stata addirittura un’avventura stupefacente.
Poi, le testimonianze.
Raccontate da giovani provenienti da tutto il mondo; giovani che non si
conoscono tra loro, ma che oggi, ad Essen, lanciano lo stesso messaggio di
speranza. Quello di un Amore immenso che li ha incontrati e risollevati,
ridando senso alla loro vita.
Valentina
è una ragazza italiana di 27 anni. Frequenta il Rinnovamento nello Spirito
Santo dall’adolescenza ed è alla sua terza giornata mondiale della
Gioventù. È in Germania per ringraziare il Signore per quanto ha compiuto
nella sua vita. “Avevo un grande desiderio di partecipare alla GMG per
ringraziare personalmente il Signore delle meraviglie che ha compiuto
nella mia vita, ma
oggi
ho il privilegio di farlo insieme a tutti voi! Durante la GMG del 2000 a
Roma ero malata di anoressia. Ad un certo punto della mia vita mi resi
conto di essere malata d’amore. Sì. Ma se Dio è Amore, Lui avrebbe potuto
guarirmi in un attimo. Mi convinsi di questo anche grazie alla vita di
tanti fratelli e sorelle intorno a me che davano la vita al Signore e venivano trasformati da Lui. E così feci la preghiera
che ieri Salvatore Martinez ci ha suggerito: “Prendi Signore la mia
libertà e riempimi del tuo Amore”. Prima di attraversare la Porta Santa di
San Pietro avevo paura. Poi la folla mi spinse e mi ritrovai in un altro
mondo! Non mi accorsi subito di essere guarita fino alla sera quando mi
proposero di mangiare un gelato e finalmente, dopo 3 anni, dissi di sì e
ne mangiai uno! Non solo! Dopo proposi alle mie amiche di fare un bis
nella gelateria vicina! Hanry Cappello e Salvatore Martinez ci hanno
ricordato che anche questo Festival e questa GMG saranno un incontro
d’amore! Siamo venuti a cercarlo, siamo venuti per adorarlo, per dargli
tutta la nostra vita! Non ci aspetta una porta santa ma un monte dove
adorare il Signore! Sapete, il monte è sempre, biblicamente, il luogo
dell’incontro con il Signore. Hanno costruito una collina nel campo di
Maria dove a Colonia vivremo la veglia del 20 e il 21 agosto. L’hanno
nominata la “Collina delle 70 Nazioni”, quindi è la collina di tutti noi!
Il Cardinal Meisner – Arcivescovo di Colonia – ha detto che là
sperimenteremo “qualcosa della nube luminosa, dell’ardente colonna di
fuoco della presenza di Dio”. Ci troveremo faccia a faccia con Dio,
potremo parlargli di tutto, donargli tutto, ricevere tutto il Suo Amore.
Portiamogli quella preoccupazione, quel dolore, quel sogno che abbiamo
nascosto nel cuore! Andiamo con gioia! Come ci ha detto Giovanni Paolo II,
andiamo a Colonia sulle orme dei Magi: offriamo l’oro, cioè la libertà di
seguirlo con amore e di rispondere alla chiamata che ci ha fatto, facciamo
salire l’incenso della nostra preghiera ardente, portiamo la mirra, ovvero
l’affetto pieno di gratitudine. Non temiamo! Ci aspetta Gesù! Alleluia!"
Joseph
ha 26 anni e viene da Murwillumbah, città del New South Wales, Australia.
Sta studiando per diventare sacerdote e quella di Colonia è la sua prima
giornata mondiale della gioventù. È accorso in Germania per rendere grazie
al Signore. “A diciotto anni mi sono ammalato di asma cronico; le cure,
invece di guarirmi, mi hanno reso disabile. Non potevo più camminare, non
riuscivo a ricordare e perdevo peso a vista d’occhio. Prima di ammalarmi
studiavo per diventare manager, conducevo una vita normale, mi divertivo
con gli amici e avevo alle spalle una famiglia credente. Poi,
improvvisamente, con la malattia ho perso tutto. Mi hanno ricoverato in un
grande ospedale in città; ero lontano dai miei amici e dalla mia famiglia.
Ma proprio allora, quando mi sembrava di non avere più nulla, ho capito
che mi era rimasto Gesù e lui è diventato la mia forza, la roccia cui
aggrapparmi. Tenevo il rosario in mano e, pur non riuscendo a ricordare
l’intera preghiera a Maria, continuavo ad invocarla. Dopo sei settimane di
riabilitazione, sono tornato a casa; ero cambiato: avevo imparato a
mettere Gesù al centro della mia vita. Oggi continuo ad avere problemi di
salute, soffro di dolori costanti alla schiena e alle gambe, ma provo una
grande gioia. Perché mi sono affidato completamente a Dio e la sua potenza
si manifesta nella mia debolezza”.
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