Li
ha chiamati “speranza del mondo che sta invecchiando” e, con
affetto, ha detto che avrebbe voluto salutarli uno per uno, passando a
bordo della sua papa mobile tra le stradine fangose della spianata di
Marienfeld. È l’inizio di un rapporto d’amore. Quello tra Benedetto XVI e
i giovani cattolici, un legame fatto di sguardi, sorrisi e consegne. E tra
gli oltre 800 mila di Marienfel c’erano anche gli ottocento del
Rinnovamento nello Spirito Santo che dalla chiesa di San Sebastianus, a
Konigsdorf, frazione di Frechen, hanno percorso a piedi chilometri di
strada; in salita e in discesa, sull’asfalto e tra piante secolari, zaino
in spalla e muniti del sacco a pelo, letto per la notte. Poi, giunti
finalmente alla meta prescelta per il mega incontro con il Capo della
Chiesa, hanno preso posto nel settore B, dove erano stati collocati. Sulla
collina, Benedetto XVI, sorridente ed emozionato, che rassicura i giovani:
“Il Signore vi vede e vi ama. In questa grande comitiva di pellegrini
camminiamo con Cristo, con la stella che illumina la storia. Solo dai
Santi, solo da Dio - ha detto con forza - viene la vera
rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo”. E nell’anno
dell’Eucaristia, ad illuminare la veglia della ventesima Giornata Mondiale
della Gioventù, è stato proprio il Santissimo Sacramento che migliaia di
ragazzi hanno adorato in silenzio.
La
mattina di sabato, prima di incamminarsi verso la spianata di Marienfeld,
a 27 chilometri da Colonia, per i giovani del Rinnovamento nello Spirito è
stata la volta dei saluti e dei ringraziamenti alle famiglie tedesche che
li hanno ospitati e ai parrocchiani. Durante la Messa celebrata in
mattinata, i sacerdoti italiani hanno regalato una stola a padre Thomas,
parroco di San Sebastianus. In segno di comunione e gratitudine. Poi,
tutti in cammino verso Marienfeld.
Una distesa di erba fangosa;
sopra, un telo azzurro per proteggersi dall’umidità e un sacco a pelo per
riposare. La notte di Marienfeld, quegli 800mila giovani la porteranno per
molto tempo nella memoria. Una notte vissuta al freddo, con la paura della
pioggia incombente e con rane e topi come compagni di sonno, ma nel
desiderio forte di rincontrare il Papa il giorno dopo, per la Messa di
chiusura della ventesima GMG. I temi dell’Omelia, l’ultima cena, il potere
dell’Eucaristia, l’Adorazione, che nel suo corrispondente greco - proskynesis - “significa il gesto della sottomissione, il
riconoscimento di Dio come nostra vera misura, la cui norma accettiamo di
seguire. Significa – ha detto con forza Benedetto XVI - che libertà
non vuol dire godersi la vita, ritenersi assolutamente autonomi, ma
orientarsi secondo
la misura della verità e del bene,
per
diventare in
tal modo noi stessi veri e buoni”. Un Papa saggio, un padre che indica
le vie dell’amore e della giustizia e affida ai giovani cattolici la
missione del risveglio del mondo con la loro condotta di vita, attraverso
il messaggio cristiano di cui si fanno portatori. E ammonisce: “la
religione cercata alla maniera del “fai da te” non ci aiuta. È comoda, ma
nell’ora della crisi ci abbandona a noi stessi. Aiutate gli uomini a
scoprire la vera stella che ci indica la strada: Gesù Cristo! Cerchiamo
noi stessi di conoscerlo sempre meglio per poter in modo convincente
guidare anche gli altri verso di Lui”. Poi, l’annuncio ufficiale
dell’appuntamento a Sydney, in Australia, nel 2008, per il prossimo
Incontro mondiale della gioventù. Ed esortando i giovani a “portare a
tutti la gioia di Cristo”, il Papa ha affidato il loro cammino futuro
“alla guida materna e premurosa di Maria Santissima”.
Domenica 21, dopo il
raduno con Benedetto XVI, al quale hanno partecipato quasi un milione di
giovani, è iniziata l’odissea del ritorno.
E per i giovani del Rinnovamento nello Spirito l’appuntamento era alla
stazione di Horrem dove, dal binario 7, sarebbe partito il loro treno
speciale per Reggio Calabria. Ore di attesa, altri chilometri da
percorrere a piedi, pietre aguzze nei pressi della stazione e transenne a
delimitare tutta la zona e a contenere la folla che, nonostante i grossi
disagi, continuava a sorridere e cantare. E sul treno “carismatico”, dove
i ragazzi sono stati costantemente accompagnati da don Piero Sortino,
l’assistente spirituale, abbiamo raccolto qualche impressione
sull’esperienza tedesca.
“Ad
Essen e durante i momenti di preghiera a Colonia – racconta Sara, di
Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno - ho sperimentato una carezza
giornaliera da parte del Signore che mi ha inondato del suo amore. Ho
ripercorso momenti passati della mia vita e, durante le adorazioni
eucaristiche, mi sono sentita guarire dalle mie ferite”.
Roberto, 27 anni, di Roma,
parla della “tenerezza” che l’esperienza della GMG gli ha lasciato nel
cuore, e con gratitudine dice di essersi sentito “amato e coccolato dal
Signore. Torno a casa - aggiunge - con il desiderio forte di
gridare a quanti non l’hanno ancora incontrato che Dio ama anche loro”.
Lucio, di Perugia, spiega: “Sono
stato incerto fino al giorno prima della partenza; poi ho deciso di venire
a Colonia per ringraziare e lodare Dio per ciò che ha operato nella mia
vita, soprattutto negli ultimi anni. E ho sperimentato che quando dai
qualcosa al Signore, Lui ti restituisce cento volte tanto. Quello di
Colonia è stato per me un forte momento di grazia”.
E Stefano, 17 anni, anche
lui di Perugia, parla di un’esperienza che lo ha fatto crescere a livello
spirituale, in cui ha potuto avvertire “l’unità del mondo”. Gioia e
gratitudine, insomma, sono state la cifra dei volti e degli animi di
questi giovani del Rinnovamento tornati nelle loro case con uno spirito e
una forza nuovi.
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